Autore: Gabriel Rapetti

Mi presento: sono Gabriel. Ho la fortuna di lavorare in elettronica, ormai da tanti anni e faccio soprattutto "l'inventore". Vuol dire che vivo grazie alle mie invenzioni nonostante sia consapevole che nel nostro presente ci sia un po' poco da inventare. Sono abbastanza conservatore riguardo la tecnologia e l'eccesso d'innovazione non mi piace. La maggior parte dei miei progetti usano i microcontrollori della microchip. Ho iniziato negli anni '90 con uno dei primi modelli: il 16C54 e nell'attualità, uso generalmente tre modelli mid range: il 12F629/675, il 16F627A e recentemente, il 16F88. Mi piacciono i progetti semplici e poco ingombranti. Penso che la complessità eccessiva sia soprattutto una fonte di problemi. Progetto e faccio io le schede, con tanto di sviluppatore, cloruro di ferro e trapano per fare i fori. Non mi piace usare le schede già fatte (come xxxduino ed altre). In passato ho tentato di usare schede di questo tipo ma poi i modelli sono diventati vecchi, le ditte produttrici sono scomparse ed alla fine tutta la conoscenza acquisita si è persa per strada. Perciò il mio laboratorio è pieno di componenti singoli e ho la sensazione di poter costruire qualsiasi cosa senza dipendere da altri. Ho sempre programmato in assembler. All'inizio era la scelta obbligata dovuto alla poca potenza dei micro soprattutto in materia di memoria. Lentamente mi sono creato una library di codice ben collaudato che semplificava abbastanza il mio lavoro e perciò non ho avuto la forte esigenza di passare a linguaggi di alto livello. Programmare in assembler permette di avere un grande controllo del micro, soprattutto quando c'è da gestire diversi processi contemporaneamente come nel caso delle interfaccia di comunicazioni. Negli ultimi mesi però ho iniziato l'avventura del linguaggio C. I motivi sono due: in primo luogo la possibilità di programmare in C puro (non java, non C#, non C++) , cosa che in ambiente PC è quasi impossibile di fare. In secondo luogo perché i programmi C rispetto all'assembler sono molto più "leggibili", facili da aggiornare e da mantenere. In ogni modo il mio approccio "minimalista" rimane tale quale e perciò preferisco di usare micro poco potenti e poco specializzati.