Come ricevere notifiche push sul cellulare dal nostro sistema domotico con Pushover + ESP8266

Questo tutorial nasce da una mia esigenza personale di integrare un sistema di notifica istantanea da parte dei vari dispositivi IOT che mi sto realizzando a casa.

Fin’ora è stato facile controllare qualcosa dal cellulare verso la casa (come ad esempio l’ultimo progetto del controller remoto della stufa a pellet) ed è anche facile visualizzare i parametri di funzionamento sul display del cellulare: nel caso del controller stufa visualizzo ad esempio lo stato di funzionamento e la temperatura mediante una pagina web generata dall’ESP8266, che rendo accessibile anche all’esterno di casa aprendo le porte del router.

Mettiamo ora il caso di voler ricevere una notifica push in seguito ad un particolare evento, ovvero un messaggio asincrono, una notifica che parte anche quando ho il cellulare in tasca, senza essere costretto a tenere sott’occhio la pagina di controllo del mio dispositivo di continuo.

Fin’ora ho realizzato questo tipo di applicazione (mi riferisco alle notifiche push) utilizzando una Raspberry Pi e un Bot Telegram, ma cercavo qualcosa di usabile anche su dispositivi a basso costo (come un ESP8266) e/o con risorse limitate, più semplice da implementare (poche righe di codice e che mi permettesse una manutenzione più facile come ad esempio aggiungere/eliminare utenti) e che mi svincolasse da sistemi di messaggistica che magari alcune persone scelgono di non voler installare. L’app Pushover era proprio quello che cercavo.

Pushover è un servizio che permette di ricevere notifiche push sul cellulare e l’app è disponibile per Android, IOS e Windows Desktop. L’utilizzo è gratuito per i primi 7 giorni, dopodichè bisogna pagare $5 (€5,23) una tantum, ma per l’efficienza che offre sono stato ben felice di pagarli e riportarvi qui le mie esperienze.

Premetto che Pushover consente solo di ricevere notifiche push: ovvero dalla nostra applicazione verso il cellulare, non è possibile, ad esempio, inviare comandi dal cellulare verso l’applicazione: per questa cosa potete usare un altro sistema come una semplice applicazione web accessibile dall’esterno mediante apertura delle porte del router oppure un Bot Telegram.

Il principio di funzionamento è semplice: abbiamo la nostra applicazione connessa in rete (un Arduinide con Shield Ethernet, un ESP8266, una Raspberry Pi su cui possiamo realizzare uno script in Python oppure su cui gira Domoticz, NodeRed, Home Assistant o tutto quello che vi viene in mente purchè dotato di connettività lan/wi-fi), nel firmware intercettiamo un evento (nell’accezione più semplice rileviamo il cambio di stato di un I/O), nel gestore dell’evento eseguiamo una chiamata al server di pushover passandogli alcuni dati tra cui  il testo del messaggio da visualizzare.

Pushover ci permette di fare anche ulteriori personalizzazioni tra cui il suono che deve emettere la notifica (non arbitrario ma selezionabile da una lista) e l’immagine/icona da associare al messaggio. Una volta eseguita l’interrogazione del server di pushover, il nostro cellulare sul quale è installata l’app, squilla e arriva un messaggio col contenuto che abbiamo inserito nell’applicativo hardware. La cosa è davvero semplicissima e alla portata di tutti.

Questo tutorial quindi mostrerà come installare Pushover, come utilizzarlo e come realizzare una semplicissima applicazione utilizzando un modulo ESP8266 che, alla pressione di un pulsante, ci faccia arrivare una notifica sul cellulare.

E’ chiaro che, essendo un servizio che si propaga sul world wide web, è necessario che il cellulare sia dotato di connettività internet! 

Possibili applicazioni

Il motivo principale che mi ha spinto a provare Pushover è stato quello di integrare un sistema antifurto con una notifica sul cellulare in modo che, se sto lontano, posso chiamare i vicini di casa o persone designate che possono recarsi sul posto a controllare e nel frattempo andarmi a guardare le telecamere e agire da remoto su sistemi di dissuasione.

La comodità di avere delle notifiche istantanee sul cellulare al verificarsi di eventi è infinita. Potremmo addirittura pensare di collegare un sensore di battito cardiaco ad una persona anziana, magari integrato da un pulsante che il nostro caro può premere per avvisarci all’istante (anche se, in questi casi, è opportuno prevedere sempre un secondo sistema di notifica nel caso uno dei due fallisse!).

Pushover non è soltanto relegato all’utilizzo su dispositivi hardware dal momento che può essere utilizzato da altri servizi. Ne cito uno solo per tutti: IFTTT per la cui descrizione vi rimando alla pagina Wikipedia che è molto esaustiva. C’è un folto elenco di app che possono essere interfacciate con Pushover. Molti ad esempio usano eBay price Watcher per tenere d’occhio le aste interessanti.

Possiamo richiamare Pushover anche da un’applicazione scritta in PHP sul nostro sito… Insomma è un sistema che più versatile non si può.

Installare Pushover

L’esempio è relativo ad Android. Cercare Pushover sul Play Store e installarlo:

La prima schemata chiede di inserire nome utente e password, noi non siamo registrati quindi clicchiamo sul pulsante in basso “Create account”:

Ci viene chiesto di inserire un indirizzo email e una password da ripetere due volte:

Ci viene quindi chiesto di dare un nome al dispositivo (il cellulare) che stiamo registrando: nella nostra applicazione possiamo difatti impostare a quale dispositivo dobbiamo inviare le notifiche nel caso in cui usassimo lo stesso account su diversi dispositivi:

Se abbiamo più cellulari e vogliamo che le notifiche arrivino su tutti, dobbiamo installare pushover anche sugli altri cellulari e quindi eventualmente nella nostra applicazione specificare a quale/quali dispositivo inviare le notifiche (di default le notifiche vengono inviate a tutti i dispositivi associati all’utente). E’ anche possibile realizzare dei gruppi includendo soltanto alcuni dispositivi o diversi utenti. Vedremo dopo queste cose.

Come dicevo più in alto: l’utilizzo è gratuito per i primi 7 giorni, dopodichè è necessario pagare $5 (€5,23). L’acquisto si fa una volta sola per piattaforma e per persona: se una sola persona possiede, ad esempio, 2 cellulari Android, basta pagare una sola volta su un cellulare e quindi installare pushover con lo stesso nome utente sull’altro. Se invece una persona ha un cellulare Android e uno Apple, deve pagare per tutti e due. La licenza è valida per una sola persona come è chiaramente specificato nei termini di servizio che vi invito a leggere perchè potrebbero anche cambiare.

La registrazione è terminata. Una schermata, che in realtà è una notifica-tipo di Pushover, indica la nostra user key:

Vi arriverà anche una mail e la cosa importante è che in questa è presente un link che dobbiamo cliccare per convalidare la registrazione: clicchiamolo e attendiamo la conferma di attivazione, altrimenti non funzionerà nulla. Vedete che, oltre alla User Key viene anche creato un alias email (non è un indirizzo email vero e proprio, quindi non potete usarlo come cassetta postale!). 

Gli alias email sono un’altra chicca del servizio pushover: inviando una email all’alias creato da Pushover, ci arriva una notifica sul cellulare! E’ un sistema comodo se utilizziamo servizi “blindati” nei quali possiamo solo farci arrivare le notifiche via email: ad esempio molti DVR permettono di inviare una email in conseguenza di un motion detect. Impostando in questi dispositivi l’email alias di pushover ci arriverà la notifica, senza che dobbiamo ricordarci ogni tanto di controllare l’email (perchè io, ad esempio, le notifiche email le ho disattivate altrimenti il cellulare starebbe sempre a squillare!).

La registrazione viene quindi convalidata e c’è bisogno ancora di un altro paio di passaggi per cominciare ad usare questa app. Quando andiamo a realizzare un’applicazione che deve generare notifiche, non basta soltanto l’user key, che è un codice associato all’intestatario dell’account, ma è necessario anche un secondo codice (API token) che serve ad identificare la singola applicazione che vogliamo realizzare.

Quindi:

  • User Key => Codice relativo all’account utente
  • Api Toke => Codice relativo alla singola applicazione

Chiariamo ora cosa è un’applicazione Pushover: ve lo spiego con un esempio: supponiamo di voler realizzare a casa nostra un antifurto che, quando fa scattare l’allarme, deve inviarci una notifica sul cellulare: creeremo, dal pannello di controllo di Pushover sul sito, un’applicazione che chiameremo, ad esempio, antifurto_casa. Un’applicazione pushover non è altro che un semplice “nome” al quale viene associato un codice (API token) e un’icona.

Volendo fare un paragone con un sistema di messaggistica, l’applicazione Pushover è semplicemente il mittente del messaggio, l’API Token è il suo numero di telefono e l’icona è l’immagine che abbiamo messo in rubrica.

Nulla ci vieta di utilizzare la stessa applicazione anche per altre cose in casa che non siano l’antifurto: il testo dei messaggi inviati difatti viene impostato di volta in volta, non è fisso, l’unica cosa che rimane fissa è l’icona che comparirà nei messaggi e che andremo a caricare a nostro piacimento e, ad ogni modo, siamo liberi di creare tutte le applicazioni che vogliamo.

Tutte queste nozioni sono più semplici da capire proseguendo nel tutorial e realizzando l’esempio.

Pannello di controllo Pushover

Andiamo nel pannello di controllo di pushover dal pc (si potrebbe fare anche dal browser del cellulare ma dal computer, almeno per me, è più comodo): basta andare su www.pushover.net ed eseguire il login cliccando sul link in alto a destra Login or Signup. Immettiamo quindi il nome utente e password che abbiamo scelto in fase di installazione sul cellulare.

Una volta entrati nel pannello di controllo vediamo che in alto a sinistra c’è la zona Push a notification:

Questa zona serve in pratica ad inviare notifiche di prova: testiamola subito! In Send As possiamo selezionare Pushover (default) o eventualmente un’applicazione che abbiamo già creato (la differenza sta solo nell’icona e nel mittente della notifica! Nel caso avessimo creato già un’applicazione, la notifica comparirebbe col nome dell’applicazione, anzichè Pushover, e con l’icona scelta, al posto dell’icona di pushover). Questa cosa vi aiuta anche a far chiarezza con il termine “applicazione di Pushover”: è il mittente!

In Device selezioniamo il dispositivo al quale inviare la notifica, di default (se non impostiamo nulla) viene inviata a tutti i cellulari registrati col nostro nome utente. In Sound scegliamo dall’elenco la suoneria che verrà riprodotta sul cellulare all’arrivo della notifica: sono suonerie standard di Pushover, le stesse che possiamo scegliere anche quando andremo ad implementare l’applicazione sull’ESP8266. Title è opzionale ed è il titolo del messaggio, si può equiparare ad un nome alternativo del mittente quando ci arriva un messaggio, in caso di mancanza del titolo, come mittente compare il nome dell’applicazione (se non scriviamo nulla arriverà un messaggio col titolo “Pushover”). Message è obbligatorio ed è il contenuto del messaggio.  In URL possiamo mettere un link che verrà visualizzato come cliccabile sul cellulare (a noi in questo test non serve).

Premiamo il tasto Send Notification: attendiamo qualche secondo e…. magia. Il cellulare squilla con la suoneria che abbiamo scelto nel form e compare un messaggio di Pushover.

Con questo rapido test penso che già avete cominciato a capire come funziona e, se c’era qualche dubbio, ora dovrebbe essere tutto più chiaro: la nostra applicazione farà la stessa, identica cosa che abbiamo fatto adesso ma in maniera automatica.

Continuiamo ad esplorare il pannello di controllo. Nella zona destra del pannello di controllo c’è la nostra user-key e l’alias email che dicevo prima (quello a cui inviando delle email, arrivano come notifica di Pushover sul cellulare):

In Your Quiet Hours, premendo Edit, possiamo abilitare la funzionalità Quiet Hours che prevede di impostare delle fasce orarie in cui le notifiche non devono suonare nè vibrare, oppure non devono proprio essere mostrate (come pop-up) e viene quindi mostrato soltanto il badge con il numero di notifiche sull’icona di Pushover (sui cellulari che lo consentono).

In basso troviamo Your devices, che elenca i dispositivi (i cellulari o i PC -perchè ricordo che esiste anche l’applicazione Windows Desktop-) che abbiamo registrato col nostro account. Anche se è presente il link per aggiungerne altri, in effetti non si può fare dal sito: bisogna installare Pushover direttamente sul cellulare. Nel campo Status troveremo la scritta Trial perchè ricordo che è gratuito per 7 giorni. Dopo aver completato l’acquisto comparirà invece la scritta Enabled.

La zona Your delivery groups permette di specificare i gruppi di utenti a cui inviare le notifiche: se abbiamo più account pushover (più user keys), possiamo definire un gruppo mettendo insieme più utenti/dispositivi. Nel caso in cui venga creato un gruppo, viene generata una group-key che andremo ad utilizzare al posto della user-key.

Infine abbiamo la parte indispensabile: Your Applications che è quella che ci permette di creare l’applicazione, ovvero ottenere un API-token che ci permette, tra le altre cose, di associare una icona a scelta alle notifiche che verranno generate utilizzando quel token. Clicchiamo sul link Create an application/API token, si presenta questa schermata:

Nel campo Name dobbiamo specificare il nome dell’applicazione: “Allarme” ad esempio. Questo sarà il nome mostrato nella notifica sul cellulare nel momento in cui non viene impostato un titolo. In Type specifichiamo il tipo di applicazione, nel nostro caso, dato che andremo ad utilizzarlo con una ESP8266, ho ritenuto opportuno scegliere il valore “Application”. In realtà mi sfugge il senso di questa selezione, suppongo serva unicamente al team di Pushover per eseguire delle statistiche sull’utilizzo del loro servizio, dal momento che può essere utilizzato anche in altri modi (la notifica infatti è generabile anche da pagine web, dall’interno di altre app ecc). In Description mettiamo una breve descrizione dell’applicazione: serve solo a noi, non compare da nessuna altra parte. In URL si mette un indirizzo web relativo al nostro progetto, questo serve nel caso in cui creiamo un servizio che verrà distribuito ad altri (integrato in altre applicazioni ecc), nel nostro caso possiamo lasciare vuoto il campo dato che ne faremo un utilizzo esclusivamente personale.

In Icon, premendo il pulsante Scegli File possiamo caricare un’icona. Dovete caricare un’immagine in formato PNG possibilmente con sfondo trasparente e in formato 72x72pixel. Cercate caricarla già nel formato corretto altrimenti viene ridimensionata automaticamente e potrebbe essere visualizzata male.

Spuntiamo quindi il check-box per confermare che abbiamo letto i termini di licenza e premiamo quindi Create Application. Viene generato l’API Token:

Questo token è quello che, insieme all’user-key, andremo ad impostare nella nostra applicazione su ESP8266 per generare le notifiche. 

Notiamo che in questa pagina ci sono altre opzioni: sottoscrizioni e license, questo nel caso volessimo creare un’applicazione distribuita e consentire ad altri di ricevere le notifiche. A me questa cosa non interessa e non ho approfondito. In basso sono presenti grafici che illustrano l’utilizzo dei messaggi. Abbiamo difatti a disposizione 7500 messaggi per applicazione al mese. Nel caso in cui ne volessimo di più, bisogna pagarli, ma se scatta l’antifurto 7500 volte al mese vuol dire che avete un problema serio… 7500 messaggi al mese sono 250 messaggi al giorno… non mi viene in mente nulla che possa generare un fastidio così!  E ad ogni modo sono relative ad applicazione, ogni applicazione che creeremo avrà i suoi 7500 messaggi al mese.

Tornando al pannello di controllo (cliccate sul logo di Pushover in alto a sinistra nella pagina) troviamo quindi riepilogate in basso le nostre applicazioni:

Vedete che sulla destra c’è il numero di messaggi inviati. Bene, ora che abbiamo creato la nostra applicazione e abbiamo quindi sottomano user-key e api-token, passiamo alla parte pratica: realizzare l’applicazione di prova su ESP8266

Invio di notifiche

L’invio del messaggio al server di Pushover è davvero banale, nella pagina relativa alle API è spiegato tutto con precisione. Anche se più in basso c’è il codice bello e pronto, illustro qui a quei due o tre che leggono sul serio gli articoli tutto l’ambaradan: bisogna inviare una richiesta HTTPS di tipo POST alla pagina:

https://api.pushover.net/1/messages.json

Per farlo si apre una connessione al server api.pushover.net sulla porta 443 (che è quella standard per le connessioni https), dopodichè si invia un messaggio, usando il metodo POST, alla pagina /1/messages.json con i seguenti parametri:

  • token : è l’API Token, ovvero il codice relativo alla nostra applicazione registrata
  • user : è l’user key, ovvero il codice relativo al nostro nome utente
  • message :  il testo del messaggio. Massimo 1024 caratteri.

Al posto dell’user key possiamo mettere il group key nel caso avessimo impostato un gruppo. Questi 3 sono i parametri strettamente necessari. Ci sono poi ulteriori parametri opzionali che ci consentono di personalizzare ulteriormente il messaggio:

  • attachment : è possibile includere un’immagine. Questa funzionalità non l’ho ancora provata e mi piacerebbe allegare una foto scattata nel momento in cui si verifica l’allarme ma per ora non ho approfondito. Ulteriori informazioni su come deve essere costruito l’allegato si trovano qui.
  • device : il nome del dispositivo a cui vogliamo inviare la notifica. Più devices vengono separati con una virgola. Di default la notifica viene inviata a tutti i dispositivi registrati con la stessa key, per cui è possibile omettere o lasciare vuoto questo parametro.
  • title : il titolo (mittente) del messaggio. Di default c’è il nome dell’applicazione. Massimo 250 caratteri.
  • url : indirizzo (verrà reso cliccabile). Massimo 512 caratteri. Può essere utile, ad esempio, se vogliamo mettere l’indirizzo da utilizzare in remoto per accedere al nostro sistema domotico senza uscire dall’app e cercare il link tra le applicazioni.
  • url_title : titolo che viene mostrato al posto dell’url. Massimo 100 caratteri.
  • priority : imposta il livello di priorità. Può assumere i seguenti valori:
    • -2 : non genera nessun tipo di notifica (non squilla/non vibra), viene solo incrementato il badge delle notifiche qualora il sistema in uso sul cellulare lo permetta. Vedremo le notifiche solo andando ad aprire l’App di pushover e andando nell’elenco dei messaggi premendo il tasto con le tre righe in alto a sinistra.
    • -1 : invia notifica silenziosa: anche se il telefono ha suoneria o vibrazione impostata, la notifica non emetterà nè suono nè vibrazione, ma compare nell’elenco notifiche.
    • 0 : valore di default, suona se deve suonare, vibra se deve vibrare, altrimenti se è impostato “quiet hours” vi si attiene e la notifica è silenziosa. Sul mio cellulare il pop-up non compare.
    • 1 : notifica di emergenza 1: invia come notifica ad alta priorità bypassando la funzione “quiet hours”, per cui il telefono suona o vibra in base alle impostazioni del cellulare e compare anche il pop-up. Nell’elenco notifiche di Pushover, questi messaggi hanno uno sfondo rosa.
    • 2 : notifica di emergenza 2: come 1 ma in più richiede anche una conferma da parte dell’utente. In pratica il telefono continua a squillare fino a che l’utente non clicca sul messaggio per confermare di averlo letto. Nel pop-up esce scritto anche “acknowledge notification”, per dare la conferma di lettura bisogna premere sul messaggio. Nell’elenco notifiche di Pushover, questi messaggi hanno uno sfondo rosso.
  • retry : parametro da impostare obbligatoriamente nel caso di notifica di emergenza 2. Indica ogni quanti secondi il telefono deve squillare fino a che l’utente non legge il messaggio. Può avere un valore minimo di 30 secondi.
  • expire : parametro da impostare obbligatoriamente nel caso di notifica di emergenza 2. Indica dopo quanti secondi le notifiche devono cessare, può avere un valore massimo di 10800 (3 ore).
  • callback : parametro da impostare opzionalmente nel caso di notifica di emergenza 2. E’ un url, accessibile pubblicamente, che Pushover interroga dopo che l’utente ha letto il messaggio.
  • sound : il tipo di suoneria che deve essere emessa. Qui c’è l’elenco completo.
  • timestamp : l’unix timestamp del momento in cui viene generato il messaggio, per mostrare l’orario effettivo dell’evento piuttosto che l’orario di ricezione della notifica sul server (default). E’ una cosa per i pignoli, dato che i due orari potrebbero differire di qualche secondo (ma anche molto di più nel caso di rallentamenti sui server).
  • html : se lo impostiamo ad 1, nel contenuto del messaggio possiamo utilizzare alcuni tag html (<b>,<u>,<i>,<font color=””>,<a href=””>)

Per quanto riguarda la modalità di visualizzazione delle notifiche, questa è purtroppo una cosa che varia da cellulare a cellulare ed è anche in funzione delle vostre impostazioni di sistema, quindi potreste avere dei comportamenti diversi da quelli mostrati da me in questo tutorial.

Dopo aver ricevuto il messaggio, il server restituisce i seguenti HTTP response:

  • 200 : tutto ok
  • 429 : abbiamo superato il limite di 7500 messaggi
  • 4xx : c’è un errore nostro (token/user-key scritti male o altro)
  • 500 : c’è un errore sul server, riproviamo a inviare il messaggio dopo aver atteso un po’

Questo è un esempio di messaggio da inviare al server di pushover (i ritorni a capo sono costituiti da new-line + carriage-return):

POST /1/messages.json HTTP/1.1
Host: api.pushover.net
Connection: close
Accept: text/html,application/xhtml+xml,application/xml;q=0.9,*/*;q=0.8
Content-Length: [lunghezza in byte della parte che segue]
 
token=[API-token]&user=[User-KEY o Group-KEY]&title=[TITOLO]&message=[MESSAGGIO]&device=&url=&url_title=&priority=0&sound=bike

Altre informazioni utili si trovano a questo link.

Pushover su ESP8266

Anche se vi ho riempito la testa con tutte queste cose come mio solito, dato che useremo l’ESP8266 con Arduino IDE, andremo ad utilizzare una libreria già pronta realizzata dal gruppo Arduino Hannover, disponibile su Github a questo indirizzo. Se non siete pratici di Github, cliccate il pulsante “Clone or Download” e quindi “Download ZIP”. Estrando la cartella vi troverete i due files di libreria: pushover.cpp e pushover.h.

Avete due possibilità: mettete i files di libreria nella stessa cartella dello sketch Arduino e richiamate la libreria con le virgolette per indicare che si trova nello stesso percorso dello sketch:

#include "pushover.cpp"

Oppure li copiate in una cartella \pushover all’interno della cartella delle librerie personali di Arduino (su Windows è generalmente \Documenti\Arduino\libraries) e nel vostro sketch richiamate la libreria con gli apici per indicare che si trova nella cartella delle librerie:

#include <pushover.cpp>

Nello sketch che potete scaricare in fondo all’articolo ho usato il primo sistema per facilitarvi le cose e anche perchè ho corretto un piccolo errore nella libreria, che ho segnalato all’autore. Le uniche modifiche essenziali che dovete necessariamente eseguire nel sorgente (il file .ino) sono il SSID e la password della vostra rete Wi-Fi e quindi il vostro user key di Pushover e l’API Token della vostra applicazione.

La libreria da la possibilità di impostare tutti i parametri che vi ho spiegato prima:

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// impostare SSID e password della propria rete Wi-Fi
const char* ssid = "[YOUR-SSID]";
const char* password = "[YOUR-PASSPHRASE]";
 
// istanziare la libreria Pushover fornendo: API Token, User Key
Pushover pushover_button = Pushover("[PUSHOVER-API-TOKEN]","[PUSHOVER-USER-KEY]");

L’esempio è banale e serve solo per introdurvi all’utilizzo pratico di Pushover su un dispositivo Hardware. Invieremo una notifica al cellulare sulla pressione di un pulsante. Il modello di scheda con ESP8266 che utilizzo normalmente è il NodeMCU Devkit ma dato che l’esempio è realizzato sfruttando un’unico I/O potete usare anche il più piccolo ESP-01.

L’I/O è tenuto normalmente a livello alto mediante l’abilitazione della resistenza di pull-up interna, premendo il pulsante l’I/O viene portato a livello basso. Ho utilizzato l’IO n°2 (D4 su NodeMCU).

La routine che intercetta la pressione del pulsante imposta il messaggio di Pushover, dopodichè esegue la chiamata al server. E’ abilitato un semplice debug sulla porta seriale. In questo video mostro il semplice programma in esecuzione:

Come vedete l’arrivo della notifica non sempre è istantaneo e non vedo come potrebbe esserlo dato che il percorso da fare è abbastanza lungo: ESP8266->WiFi->WWW->Server Pushover->Elaborazione da parte del server->WWW->Cellulare. Per cui preparatevi anche ad aspettare alcuni secondi per poter ricevere la notifica, se non ricevete la notifica è molto probabile che ci sia un errore nella vostra richiesta: analizzate i codici di risposta da parte del server.

Se avete difficoltà nella programmazione del NodeMCU o dell’ESP-01 con Arduino IDE, fate riferimento a questi due miei articoli:

Questo articolo è stato riportato anche da Hackaday.

Problemi segnalati

Alcuni segnalano dei malfunzionamenti sporadici della libreria utilizzata, tra gli issue della libreria si Github ci sono delle segnalazioni con le soluzioni:

Controllate anche gli altri issue nel caso in cui ne vengano segnalati altri. In aggiunta l’utente Claudio ha segnalato che l’ultima versione attualmente disponibile della libreria ESP8266 per Arduino (2.6.3) pare avere dei problemi con la gestione della porta 443 utilizzata per il protocollo https e ha risolto installando una libreria per ESP8266 più vecchia (ha installato la 2.4.2). Segnalo che io ultimamente sto usando la versione 2.5 con un altro progetto che fa uso di HTTPS e nemmeno ho problemi. Altri tra gli issue hanno effettivamente segnalato dei problemi proprio con https e hanno risolto non sostituendo la libreria con una più vecchia ma utilizzando il server come non sicuro:

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